Domenica 17 aprile, dalle 8.30 alle 19.30, faremo un'escursione diretti al COMPLESSO MINERARIO DEL SALTO DI GESSA.
Il percorso è molto articolato, potrete leggere una lunga descrizione dopo le foto.
In generale si tratta della VISITA AI VARI COMPLESSI MINERARI DI GESSA: GRUGUA, SAN LUIGI E SCALITAS, MONTECANI, ACQUARESI, ECC.
Alla sera ci sarà la possibilità di fare un bagno in mare presso la bellissima CALA DOMESTICA.
La PARTENZA è prevista da VILLACIDRO e da IGLESIAS.
E' programmata la sosta per il PRANZO AL SACCO, ma con la POSSIBILITA' di un ARROSTO DA CONCORDARE tra tutti i partecipanti.
Potete PRENOTARE :
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telefono al 3487773614 oppure 3406518502
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e-mail a francoaru@tiscali.it
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modulo web nei siti http://aruescursioni.altervista.org e http://escursionisarde.altervista.org
ESCURSIONE IN FUORISTRADA NEL "SALTO DI GESSA"
L'escursione entra nel vivo nella località Candiazzus, dove è situato il cantiere minerario principale che comprende la torretta del pozzo Paris, la galleria, e alcuni edifici. Sul versante della montagna a sinistra, invece, si trova il cantiere Suecci. ...Lungo la carrareccia che sale verso la galleria di questo secondo cantiere si possono incontrare vari edifici e una palazzina che sembra essere servita quale direzione. La miniera, in cui si estraevano piombo e zinco, fu attiva sin dalla seconda metà dell'Ottocento. Negli anni Trenta del secolo scorso fu attivato il cantiere Suecci. Sporadici ma infruttuosi tentativi di riprendere i lavori di estrazione si ebbero sino agli anni Ottanta. Sono ancora visibili i forni di calcinazione della calamina per l'estrazione dello zinco, posto nel cantiere principale. Tali forni, nel numero di due, risalgono ai primi anni del Novecento. UN POCO DI GEOLOGIA Gli aspetti geologici principali sono caratterizzati: dal complesso delle arenarie e quello del Calcare Metallifero ascrivibili al Cambriano (era Paleozoica). Le mineralizzazioni più importanti sono state: quelle a solfuri misti (loc. Su Suecci), a galena in ganga quarzosa (loc. Cavunedda), a galena, blenda e barite (loc. Bau Mannu), ed a galena, blenda, calcopirite (Gallerie Arrius, del Rame e Roma) Si prosegue su uno sterrato immerso in splendide sugherete per giungere nella mitica località di GRUGUA STORIA E LEGGENDA ..... LA MITICA METALLA Questa fantomatica città romana era il centro direzionale di tutta l'attività estrattiva dell'iglesiente, ma il problema della sua ubicazione rimane irrisolto; a tal proposito vengono avanzate due ipotesi: la prima colloca Metalla nella valle di Antas presso il famoso tempio, in un'area ricca di affioramenti metalliferi; la seconda identifica la città con le rovine di Gessa, presso Grugua appunto, in una valle un tempo ricca di fitti boschi. In tempi moderni Grugua legò la sua storia ai Modigliani, grande famiglia di imprenditori e artisti; Sappiamo che in questa località la famiglia Modigliani si dedicò allo sfruttamento dei boschi di leccio per produrre carbone vegetale e tentò anche la coltivazione dei giacimenti piombo-zinciferi. È inutile dirlo: venne compiuta una devastazione selvaggia della vegetazione come purtroppo avvenne per molti altri boschi sardi. Ma cosa avvenne a Grugua prima dell'arrivo dei Modigliani? Nel 1421 Alfonso, re d'Aragona, occupata ormai la Sardegna diede in Feudo al Nobile Gessa di Iglesias una grande estensione di terreno che comprendeva il Fluminese e quindi anche Grugua; qui alla fine del 1660, quando Eleonora, l'ultima dei Gessa, sposò il Visconte Ignazio Asquer, vennero impiantati grandi vigne e si operò un rimboschimento di gelsi per tentare l'allevamento del baco da seta. Conclusosi anche per la Sardegna il periodo medievale, attorno alla metà del secolo XIX il fluminese attirò gli speculatori continentali e stranieri che compravano dallo stato italiano, ancora preunitario, terreni, boschi per la produzione del carbone vegetale e concessioni per lo sfruttamento minerario. I Ciarella, i Modigliani, i Boldetti trasformarono le grandi leccete del territorio in carbonella per alimentare le industrie marsigliesi, mentre i giacimenti minerari, appena scalfiti da Punici, Romani e Pisani, furono riscoperti dai francesi della Malfidano che li sfruttarono con metodi moderni. Gli appunti di viaggio dello scrittore Bennet che venne a visitare il territorio di Fluminimaggiore nella seconda metà dell'800,percorrendo il tratto che dalla miniera di Acquaresi porta a Fluminimaggiore, ci restituiscono una descrizione dello scempio compiuto in quei boschi tanto magnifici da essere paragonati ai boschi di Fontanainbleau; tutta la montagna venne disboscata e sul terreno rimasero solo alberi tagliati. Come riporta Paolo Fadda nel suo articolo "Una presenza nell'isola da ricordare per la devastazione vandalica dei boschi" comparso in "Passato e presente", Bennet si meravigliò per la distruzione di quel bosco e chiese come fosse stata possibile una simile distruzione. L'accompagnatore gli spiegò che quel bosco era stato sfruttato da un commerciante di Livorno, di nome Modigliani, per produrre il carbone da vendere alla Spagna (Emanuel Abram Modigliani, banchiere del Papa, da Roma si era trasferito in Toscana. Nel 1866 in Sardegna acquistò 12.000 ettari di terreno del Salto di Gessa ed ebbe la concessione mineraria per coltivarvi alcuni giacimenti di piombo). La storia dei Modigliani e della loro presenza nell'iglesiente risulta fondamentale per la conoscenza della presunta Metalla. Nel maggio del 1856 il ricco mercante livornese Emanuel Modigliani otteneva per trattativa privata dal conte di Cavour e nonostante l'opposizione dei deputati sardi Pasquale Tola e Francesco Sulis, la perfetta proprietà delle foreste del Salto di Gessa (12 mila ettari che da nord di Iglesias giungevano quasi a Buggerru), oltre ai diritti di sfruttamento dei venticinque punti mineralogici di piombo argentifero già individuati nell'area; il tutto si disse per una cifra assai prossima alle settecentomila lire in monete d'argento. I Modigliani facevano parte della più potente e prestigiosa finanza ebraica del tempo a cui era legata gran parte della circolazione monetaria di molti stati preunitari. La loro fortuna (che forse sarebbe giusto chiamare ricchezza) era dovuta ad un intraprendente avo, Abram Vita, abile e spregiudicato finanziatore delle imprese di Napoleone Bonaparte. Un suo figliolo, Emanuel (di A.V. figlio di Abram Vita, come amava firmarsi) diverrà banchiere del Papa, avendo ricevuto l'incarico di rifornire di rame, argento ed oro le due zecche dello Stato pontificio; nonostante tutto quest'ultimo si allontanò da Roma quando il governo papalino vietò agli ebrei gli arricchimenti patrimoniali e fondiari; (si racconta infatti che allorché gli fu intimato di disfarsi di una vigna acquistata nei pressi di Roma, prese cappello e senza neppure salutare il Pontefice trasferì affari e famiglia a Livorno). È proprio all'interno di questo impegno di fiancheggiatore risorgimentale che il conte di Cavour riterrà di premiare Emanuel Modigliani concedendogli la proprietà ex feudale (era il feudo del visconte Nicolò Gessa, fedelissimo della Corona d'Aragona) del Salto di Gessa di cui si è detto in precedenza. Sarebbe stata quindi la politica degli affari (o, se preferite, gli affari della politica) a portare nell'isola una delle più potenti e prestigiose case mercantili della penisola, allorquando, vale bene ricordarlo ancora non si era compiuta l'Unità nazionale. Cosa è rimasto di tutto queste vicende di uomini? Purtroppo pochissimo. Soltanto la casa dei Modigliani resiste ancora alla forza del tempo e con le sue forme aggiunge mistero a questo luogo ormai ritornato al dominio della natura. A conclusione citiamo un bel libro, intitolato "Cercando Metalla", che dopo uno studio attento dei documenti storici e cartografici, ubica la fantomatica Metalla, non lontano dalla nostra Grugua, a Fluminimaggiore, la Flumini Major romana. PROSEGUENDO NEL SALTO DI GESSA IL SETTORE INTERNO del Salto di Gessa è una vasta area posta tra Fluminimaggiore, Buggerru e Iglesias. Il suo interesse è legato soprattutto alla sua conformazione geologica: gli altopiani calcarei sono tagliati da profonde gole con pareti a strapiombo. In particolare l'itinerario dell'escursione propposta prevede l'attraversamento della gola chiamata Gutturu Cardaxius,con la visita alle miniere di San Luigi,Scalittas, Acquaresi, Pira Roma. IL SETTORE COSTIERO del Salto di Gessa si estende dal borgo marino di Portixeddu, a Nord, sino a Funtanamare nei pressi di Gonnesa. Lunghe spiagge e altissime falesie si succedono lungo la costa. L'area unisce un ambiente bello e caratteristico a un eccezionale interesse dal punto di vista geo-minerario e archeologico-industriale. Il settore settentrionale dell'area è occupato dalla spiaggia di Portixeddu, che corre da nord a sud per circa 2 chilometri e mezzo sino alla scogliera dell'Aquila. Le dune sono accumulate dal Maestrale nell'entroterra verso sud-est ai piedi del Monte Nanni, e raggiungono anche i 100 metri di altezza nella parte più interna. Una fitta vegetazione composta essenzialmente da pini e ginepri ricopre l'area, che occupa una superficie di oltre 310 ettari. A sud-est dell'area, a ridosso di Monte Nanni, l'acqua raccolta dai bassi rilievi e una risorgiva formano un piccolissimo basso laghetto, il cui nome è molto descrittivo: Piscina Morta. A Sud della Scogliera dell'Aquila si apre la piccola insenatura di Buggerru, chiusa a nord e a sud da rupi scoscese di calcare alte fino a 60 metri e risalente al cambriano (545-490 milioni di anni fa). L'abitato di Buggerru si stende verso est lungo una stretta valle che si infila tra Monte Malfidano (m 534) a nord e Cuccuru Trebini (m.331) e culmina nel piccolo pianoro di Planedda. La cala è oggi difesa da un porticciolo turistico addossato all'alta parete calcarea di Punta Banderuola. A Sud di Buggerru la costa prende la forma di una alta scogliera di calcari cambrici e dolomie (un calcare in cui al carbonato e al calcio si accompagna il magnesio), che cade sul mare con imponenti falesie alte diverse decine di metri e nelle quali si aprono numerose grotte. L'immediato entroterra è costituito da un basso altipiano (circa 100 metri) in cui predomina una bassa macchia di lentischio e ginestra. L'alta scogliera è interrotta dalla lunga e stretta insenatura di Cala Domestica. Nella cala confluiscono due brevi torrenti stagionali che hanno dato origine e alimentano due belle spiaggette. La principale è più ampia, ed è alimentata dagli abbondanti materiali trasportati dal Rio Gutturu Cardaxius proveniente dall'entroterra a est. La seconda si trova sul lato settentrionale, è più piccola e nascosta ed è rifornita dal breve torrente Canale di Domestica che raccoglie le acque piovane dell'altipiano. Le due spiagge sono messe in comunicazione con una breve galleria aperta artificialmente nella roccia dalla società mineraria che sfruttava il giacimento di Acquaresi. La spiaggia più piccola è perfettamente difesa dal vento di Maestrale, il vento dominante in Sardegna, ed era perciò utilizzata per l'imbarco del minerale nelle "bilancelle" (tipica imbarcazione a vela di Carloforte) che lo trasportavano a Carloforte. Il minerale giungeva alla spiaggetta attraverso una ferrovia elettrificata lunga 4,7 Km ed entrata in funzione nel 1905. Proseguendo verso sud la costa comincia nuovamente a salire, e si tiene costantemente al di sopra dei 100 metri. Subito dopo Cala Domestica si trova l'ampio e suggestivo arco di alte falesie dell'insenatura di Portu Sciusciau, estremamente aspro e solitario e adornato, nella parte retrostante, da un bellissimo bosco di ginepri. La costa continua a tenersi alta e strapiombante, mossa da piccole e solitarie cale e da brevi promontori. Poco distante da Portu Sciusciau si apre Porto di Canal Grande (il cui nome originario è Is Begas De Is Ollastus = Le Valli degli Olivastri), che alla bellezza del suo lungo e ampio arco di alte falesie strapiombanti sul mare unisce un profondo interesse scientifico che la rende meta di geologi e naturalisti. «In questa cala ricca di grotte, fossili e minerali, nel lunghissimo alternarsi delle vicende geologiche la natura ha concentrato una tale quantità di rari fenomeni da far sì che questa insenatura sia considerata uno dei più preziosi monumenti naturali dell'isola». A Sud di Canal Grande l'altipiano è gradatamente sostituito dai fianchi di bassi ma ripidi picchi calcarei che si concludono bruscamente con alte falesie sul mare. A queste segue l'insenatura di Masua racchiusa da un'ampia corona di basse montagne punteggiate dai segni dell'attività mineraria. Nella parte settentrionale della cala si fronteggiano Porto Flavia e l'isolotto di Pan di Zucchero. La costa che si estende da Masua fino a Nebida e Funtanamare, si mantiene alta, ma cambia radicalmente di aspetto. I calcari del cambriano sono sostituiti dagli scisti ordoviciani (488-433 milioni di anni fa); il giallo, l'arancio, il grigio del calcare sono sostituiti dall'incredibile viola e verde delle metarenarie scistose; le falesie a perpendicolo lasciano il posto ai fianchi scoscesi di basse colline rotondeggianti che non superano i 150 metri. La linea di costa è movimentata da piccole insenature, ognuna nobilitata dall'appellativo "porto": Porto Corallo, Porto Ferro, Porto Ghiano, Porto Nebida …. «Questa porzione di costa, vecchia di mezzo miliardo di anni, è considerata uno dei litorali più antichi che si conoscano in quanto era bagnata dal mare già alla fine del Cambriano, ma durante l'evolversi delle ere è stata più volte ricoperta e riesumata». Il settore costiero del Salto di Gessa è delimitato da un'altra lunga e profonda spiaggia, la spiaggia di Funtanamare, che si estende per circa 3,5 chilometri fino a Porto Paglia. «Fino a qualche decennio fa, nello specchio di mare antistante, venivano scaricati gli abbondanti materiali di risulta delle miniere, inoltre vi defluiva il canale di drenaggio del grande complesso minerario di Monteponi. La notevole quantità di detriti provocò il graduale innalzamento del fondale della parte interna dell'insenatura ed il progressivo avanzamento della linea di spiaggia, la quale ha raggiunto uno stato di stabilità solo quando l'apporto artificiale di materiali solidi è stato interrotto».